Il legamento crociato anteriore: cosa fare in caso di rottura e successiva riabilitazione

Pubblicato il da Rossana R.

La rottura del legamento crociato anteriore è un infortunio molto frequente tra gli sportivi, e non solo. Secondo la gravità della lesione e la motivazione del paziente si può scegliere tra un approccio chirurgico o uno conservativo.

Diagnosi clinica e strumentale

Il legamento crociato anteriore (LCA) è una struttura fibrosa tesa tra tibia e femore che può ledersi sia per bruschi movimenti di torsione sull'arto inferiore sia per trauma dall'esterno.

La diagnosi della rottura viene fatta attraverso manovre cliniche e indagini strumentali. Il medico può stabilire l'entità della lassità legamentosa in senso antero-posteriore con il test del cassetto anteriore, e in senso rotatorio con il Pivot Shift test. In seguito alla positività di queste manovre è dirimente la conferma strumentale tramite risonanza magnetica (RMN).

Una volta avuta la certezza del danno sono possibili due distinti approcci terapici: il chirurgico e il conservativo.

Approccio chirurgico

Di fronte a un soggetto giovane e ben motivato la scelta ottimale è quella chirurgica, che consiste nella sostituzione del legamento leso o tramite trapianto del tendine rotuleo o tramite trapianto di semitendinoso e gracile.

Il paziente deve essere sottoposto a due distinti periodi rieducativi, uno pre e uno post intervento.

Il primo serve per mantenere un trofismo muscolare adatto a una riabilitazione veloce e poco difficoltosa. Il secondo si concentra sia sul potenziamento muscolare sia sul mantenimento di un'articolarità libera e stabile.

In genere si ha un recupero completo nell'arco di 2-3 mesi.

E, per quanto riguarda gli atleti, è possibile il ritorno all'attività agonistica già dopo sei o otto mesi.

Approccio conservativo

Se il paziente è anziano o conduce una vita molto sedentaria solitamente si rinuncia alla chirurgia e si propende per l'approccio conservativo. Poiché si ritiene che il soggetto non sia sufficientemente motivato ad affrontare l'intenso programma di fisioterapia previsto a seguito dell'intervento chirurgico.

Il programma rieducativo è costituito da vari esercizi, tra cui le contrazioni del quadricipite e i sollevamenti dell'arto inferiore con la gamba estesa sulla coscia. L'obiettivo di questo programma è di evitare l'irrigidimento dell'articolazione e di riequilibrare le forze tra muscoli anteriori e posteriori della coscia.

Chirurgia e Conservazione non sono due opzioni tra loro equivalenti

I due approcci, quello chirurgico e quello conservativo, non sono equivalenti.

La maggior parte dei pazienti non operati va rapidamente incontro a un'importante artrosi articolare e, nella metà dei casi, si registra un nuovo evento traumatico entro nove mesi. Sintomo questo di un'instabilità articolare importante non risolta.

Quindi, quando possibile, la chirurgia risulta essere la scelta ottimale.

1 Typical locations of arthroscopic surgery incisions in a knee joint

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