Brillantino al dente: quali danni può causare?

Pubblicato il da Rossana R.

Un vezzo come l'applicazione di un brillantino sul dente non deve essere causa di infezioni o danni permanenti. Per questo motivo è sempre meglio affidarsi a professionisti del settore.

Un'antica tradizione

L'essere umano da sempre ama abbigliarsi, truccarsi e alterare il proprio aspetto. Si va dai tatuaggi maori, passando per le pitture dei guerrieri pellerossa, fino alle protesi utilizzate in moltissime popolazioni africane.

Anche l'uomo moderno e occidentale non è affatto immune a questo rito. Tatoo, piercing e modificazioni più o meno evidenti del proprio fisico sono all'ordine del giorno, e nessuna parte del corpo ne è risparmiata. Neanche i denti.

Nel 2000 a.C. i nobili giapponesi applicavano sui denti una lacca detta Ohagul. I Maya usavano la giada. E, fino a pochi anni fa, anche nel nostro paese chi poteva permetterselo metteva delle protesi dentarie d'oro. Queste avevano una funzione meccanica ma anche estetica, e infatti la scelta di un materiale prezioso non era affatto casuale.

Piercing dentale

Da qualche decennio a questa parte, sulla spinta dell'imitazione di personaggi famosi quali Madonna e numerosi rapper, ha preso piede il piercing al dente, che consiste nell'applicazione sulla superficie dentale di pietre o metalli preziosi. La scelta più frequente è quella del brillantino, vero o falso che sia.

Esistono tre tipi di piercing dentale, distinguibili a seconda del materiale applicativo utilizzato e, di conseguenza, della durata dell'applicazione stessa.

Il temporaneo è un banale trattamento estetico praticabile anche a casa, previo l'acquisto di un apposito "kit piercing". La pietra viene attaccata con una colla semplice che permette una tenuta di poche settimane.

Per il semipermanente si utilizzano cementi odontoiatrici che garantiscono una durata di qualche mese.

Infine, per il piercing permanente si usano composti autoindurenti o a indurimento indotto da raggi UV, e si pratica la mordenzatura. Un trattamento che rende più ruvida la superficie dentale in modo da facilitare la presa del materiale incollante.

Danni: rari ma possibili

Il piercing semipermanente o permanente dovrebbe essere sempre applicato da operatori competenti, come odontoiatri o igienisti dentali. Professionisti che garantiscono esperienza, conoscenza, e non ultimi ambienti e materiali consoni.

In questo modo si riducono al minimo i rischi che questa pratica può causare. Sia i più banali, come l'inalazione o l'ingestione dello strass, sia i più gravi come i danni allo smalto, al tessuto paradontale o addirittura la frattura del dente stesso.

Infine da non dimenticare mai, anche se raro, è il rischio di trasmissione di malattie infettive dovuto all'utilizzo di strumenti non correttamente sterilizzati.

Il piercing dentale è un vezzo ma anche una pratica relativamente invasiva sul nostro corpo, quindi non deve essere mai affrontata con superficialità e senza le dovute precauzioni.

diamant

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